Rigori e falli di mano: il falso mito del “Ma ha toccato prima il corpo”.
Facciamo un po’ di chiarezza sul fallo di mano in area di Milan Chievo.
Ormai tra le varie moviola della Serie A, e soprattutto tra le moviole dei vari tifosi, sembra si sia radicalizzato l’assioma del “Non è mai rigore se il pallone, prima di finire sul braccio, colpisce un’altra parte del corpo”.
Falso: il rimbalzo del pallone sul corpo di un giocatore non scagiona automaticamente il giocatore che commette il fallo!
Quello che è successo domenica nella partita tra Milan e Chievo è la prova di una corretta – quanto impopolare – decisione dell’arbitro.
Come si vede dal fermo immagine infatti, la posizione delle braccia di Tomovic sul tiro di Calhanoglu è tutto fuorché giustificabile: già sulla scivolata andando in contrasto del tiro si trovano in posizione innaturale, al di sopra della testa. Il tocco di mano che ne deriva è la conseguenza di un gesto atletico intenzionale e scomposto.
Questo episodio evidenzia come per i direttori di gara sia difficile giudicare ogni episodio di questo tipo, mostrando a volte anche difformità di giudizio, come avvenuto ad esempio lo scorso 30 dicembre in Inter Lazio dove il tocco di mano di Skriniar sul tiro di Immobile fu giudicato invece involontario – o comunque non scomposto – visto il precedente tocco del pallone con la coscia.
Il regolamento è chiaro? No, non è chiarissimo, siamo d’accordo. 🙂
Moviola: come si giudica quindi un fallo di mano?
Per giudicare un rigore per fallo di mano in area vengono utilizzati da regolamento questi criteri:
- movimento del braccio verso il pallone
- distanza dall’avversario
- intenzionalità nell’aumentare il proprio volume creando un ostacolo